- In breve...
... si indica con il termine "furry" tutto quanto è relativo agli animali antropomorfi, nell'arte, la fantasia e la mitologia. La definizione è volutamente generica, in quanto è pressochè impossibile riassumere in poche parole tutti i molteplici aspetti di quello che negli USA ha assunto le dimensioni di un vero e proprio movimento culturale underground. Il furry moderno si ricollega ad una lunga tradizione favolistica e simbolica, arricchita dai temi di interesse scientifico/sociale introdotti con la diffusione della fantascienza. Se vi interessa approfondire... continuate a leggere!
- Un po' di storia
L'uomo primitivo,
fin dall'alba dei tempi ha vissuto nella natura ed ha sempre avuto uno
strettissimo rapporto con gli altri animali, che si trattasse di prede,
di competitori, o anche di predatori; rapporto poi evolutosi con la domesticazione,
dapprima per avere dei "compagni" di caccia, poi per poter fare a meno
di cacciare. I sentimenti dell'uomo verso di essi si sono quindi espressi
in vari modi - odio, rispetto, adorazione, timore - e le caratteristiche
proprie di ogni animale, vere o presunte, sono diventate per l'uomo primitivo
qualcosa da temere o rispettare.
Gli animali
diventarono così degli interlocutori, almeno agli occhi di chi dipendeva
da essi per la sopravvivenza, facendo nascere l'esigenza di rivolgersi
ad essi nella stessa maniera con cui si rivolgeva agli altri uomini. Gli
animali diventarono così simili agli umani, con i quali era possibile,
mediante riti particolari, mettersi in contatto: per auspicarne la cattura,
per esprimerne il rispetto, o, cosa più importante, cercare di carpirne
le capacità (forza, astuzia, agilità, ecc.). Abbiamo così
la nascita di divinità antropomorfe: l'animale diventa un dio, e
la sua rappresentazione diventa quella di un essere parte animale, parte
uomo. L'esempio più eclatante lo troviamo nelle divinità
egiziane, ma in tutte le mitologie dei popoli primitivi compaiono esseri
del genere, non sempre come divinità ma sempre carichi di significati
magici e religiosi.
Nel frattempo
le storie di animali si confondono coi miti. Gli animali selvaggi hanno
un ruolo centrale nella mitologia russa, scandinava, araba. Nell'antica
Grecia abbiamo le favole di Esopo, la più famosa raccolta di storie
di animali dell'antichità, nonchè una vasta serie di leggende,
spesso ricordo di culti ancestrali, sulle origini di certe specie. Molto
ridimensionato nella letteratura Romana, l'interesse per il mondo animale
in quanto portatore di simboli e messaggi divini si riafferma in Europa
nel medioevo, ma sarà solo con il Roman de Renard che gli
animali torneranno protagonisti assoluti di una storia. Inizia così
una tradizione che attraverso le favole di La Fontaine, l'arte di Beatrix
Potter, i romanzi di Kenneth Grahame e la caratterizzazione del fantasy
come genere definito arrivare fino ai cartoni animati della Warner Bros
e della Disney.
Ma con il tempo
la funzione dell'animale antropomorfo muta: da simbologia di una forza
naturale con cui si doveva necessariamente avere a che fare, esso diventa
la rappresentazione di vizi e virtù umane, di sfaccettature della
personalità umana, con fini spesso moralistici, caso quest'ultimo
che rimane uno dei più tipici di "antropomorfizzazione": l'uso degli
animali per far parlare in sostanza gli uomini.
In tempi più
recenti emerge una nuova connotazione: quella di esprimere l'istintività,
"l'animalità" presente in noi umani. Gli animali antropomorfi moderni
diventano quindi anche sensuali, caldi, immediati, e riescono ad esprimere
ottimamente questa sensazione opposta ai comportamenti umani spesso artefatti
dalla società.
- Il furry fandom
Il termine "furry"
in inglese significa "peloso" ed esprime in una parola sia l'aspetto degli
animali antropomorfi (anche se non tutti hanno il pelo) che questa sensazione
di "animalità" di cui ho già detto. Questo termine è
stato applicato agli animali antropomorfi con diverso grado di antropomorfizzazione
e/o realismo: si va così da personaggi che vivono e si comportano
come gli animali reali, con la sola differenza che parlano e ragionano
come gli esseri umani (Bambi, il Re Leone, tanto per citare dei noti esempi),
a vere "società animali" (come in Omaha, o il ben noto Maus), quasi
sempre multispecifiche (esattamente come la nostra oramai è diventata
multietnica), dove l'uomo spesso non esiste, e in cui i personaggi hanno
assunto forma quasi umana, in una società appunto che quasi sempre
rispecchia la nostra (anche se in ambientazione fantasy, fantascientifica
o convenzionale…).
Tutto ciò
è fonte di ispirazione per arte (disegni ed illustrazioni), fumetti,
storie e giochi di ruolo (online o tradizionali), attirando una vasta,
ancorché dispersa comunità di fans. Il fandom furry, sebbene
diffuso in tutto il mondo, è maggiormente rappresentato in Nord
America (Stati Uniti e Canada), in Giappone (dove l'equivalente di furry
è "Kemono") ed in Europa soprattutto nei paesi di matrice germanica
(Gran Bretagna, Germania, Svezia). Per una comunità così
dispersa, Internet ha fatto da mezzo di contatto e coesione, soprattutto
da parte di chi, pur non conoscendo prima l'esistenza di un tale fandom,
ha scoperto di esserne attratto. La nascita "ufficiale" del furry fandom
viene spesso fatta risalire al 1973, anno di uscita di Robin Hood della
Disney, primo film di alto livello interpretato da furries.
Un'altra particolarità
è che il furry fandom è supportato per lo più da una
folta schiera di artisti e autori non professionisti, che costituiscono
il vero asse portante. Come altro significato, "furry" è anche di
chi, oltre a godere di arte e storie furry, si sente egli stesso un furry,
ovvero sente una certa affinità, sotto molteplici punti di vista,
verso uno o più animali, assumendone l'identità o quanto
meno le caratteristiche principali. Ciò accade quasi per tutti i
fans, di avere un alter-ego da usare in giochi di ruolo, in chat, come
personaggio di disegni o racconti.
Si arriva ben
oltre nel caso dei cosidetti "lifestylers": essi sentono questa affinità
in maniera più intima: non solo si identificano nel loro animale
preferito ("fenotipo"), ma cercano di assumerne le caratteristiche principali,
trattandolo alla stregua di una guida, e assumendolo come proprio "totem",
secondo un percorso simile a quello degli sciamani delle popolazioni primitive
e che ci ricollega intimamente alle origini del nostro rapporto con gli
animali. A volte però questi casi possono sfociare in equivoci,
anche pericolosi, di perdita del contatto con la realtà. Semplici
fans o lifestylers, i furries sono generalmente molto sociali, e tendono
ad interagire tra di loro sia online che nella vita reale. Su Internet,
oltre alle chat, molto frequentati sono i cosidetti MUCK (Multi User Chat
Kingdom), ambienti virtuali con "stanze", "vie", ecc., dove ogni giocatore
assume un personaggio (avatar) ed interagisce con gli altri. Nella vita
reale, le occasioni di incontro sono le convention, la più famosa
delle quali è la ConFurence, che si tiene ogni anno in California.
Altre convention sono la Anthrocon, la Mephit Furmeet, la Further Confusion
ed altre. In Europa c'è la Eurofurence, che si tiene in Germania
d'estate.
- Eros e sesso
Come detto prima, i furries sono anche espressione degli istinti primordiali, liberi dalle convenzioni imposte dal nostro essere "umani". Sono "caldi", "vivi". E tutto ciò porta inevitabilmente anche all'eros, al sesso. L'aspetto erotico nella parte adulta del furry è di primaria importanza (anche se ovviamente non c'è solo il furry per adulti). Le frazioni erotica dell'arte e della letteratura furry sono quantitativamente ben rappresentate. L'erotismo nel furry è a tutto campo: etero, omo, bisex, tutto è rappresentato: spesso i furry fans (specie i lifestylers) portano anche nella vita reale questa concezione della sessualità. Adottare un animale "umanizzato" come alter ego consente di esprimere al meglio questa libertà che le regole imposte dalla società umana ci reprimono: il furry, in quanto animale, è così libero di esprimere la propria sessualità; libero dagli schemi della razionalità umana egli diventa istinto, sensi. Inoltre tra furries si tende ad essere generalmente più tolleranti nei confronti dei diversi orientamenti sessuali di quanto non accade nella società un cui viviamo. Nel mondo furry il sesso viene indicato con una parola ad hoc: "yiff". Per cui un qualcosa di sessualmente eccitante è detto "yiffy" (per inciso la parola deriverebbe da un verso che le volpi emetterebbero durante l'accoppiamento).
- Specie rappresentate: il "who's who" dei furries
Se dovessimo
scegliere un animale che più di altri simbolizza il mondo furry,
questo è la volpe. Esso è l'animale scelto da una buona parte
dei furries, di gran lunga il più amato e rappresentato. Il motivo
per cui questo animale viene adottato da così tanta gente è
controverso. Secondo alcuni la volpe sarebbe da un punto di vista concettuale
una sorta di via di mezzo tra i canidi e i felidi, riunendo in se i pregi
degli uni e degli altri. Ma il vero motivo è oscuro: in parte c'entra
la simbologia della volpe come animale che incarna la sessualità
femminile attiva e disinvolta, ma basti ricordare che la ritroviamo anche
come protagonista nel corpus medioevale di racconti del Roman de Renard,
che ebbe a suo tempo in Francia tanto successo da far sì che per
indicare l'animale si usasse da allora in avanti, in francese, il nome
del protagonista, Renard appunto. In genere le specie preferite sono mammiferi
carnivori (lupi, moffette, felidi, mustelidi in genere, ecc.), roditori
e simili (scoiattoli, conigli, topi, ecc.) ed erbivori (cavalli, cervidi,
ungulati vari). In ogni caso il percorso che porta a scegliere un animale
piuttosto che un altro dipende da numerosi fattori come un fattore affettivo/estetico,
un livello comportamentale (stereotipico), o un livello empatico/totemistico
(prescelto principalmente dai "lifestylers").
Una categoria
particolare, tra le creature furry, è quella dai "tauri", ossia
creature similari ai centauri della mitologia greca, ma per così
dire "furryzzati": si tratta di esseri che hanno la parte inferiore del
corpo a quattro zampe, simile a quella della loro versione "naturale",
da cui si distacca, laddove nell'animale vero si trova il collo, un busto
antropomorfo munito di braccia e una testa "animale". Anche in questo caso
molto diffusi sono i "volpetauri", ma pure molto popolari sono i "felitauri",
come gli ermafroditi chakat creati da Bernard Doove. Oltre a questi, non
vi sono specie che non abbiano i loro "tauri": abbiamo così "lupotauri",
"moffettauri", "lontratauri", "equitauri" (in pratica centauri dalla testa
equina), ecc.
- Conclusioni
Esaurire l'argomento in così poco spazio è impresa ardua, l'unica cosa che si potrebbe dire è che il furry è la reinterpretazione in chiave moderna di un qualcosa di antico, che ci ricollega alle nostre origini, qualcosa che tutto sommato ci fa sentire ancora più vicini agli animali, e sentirci noi parte del loro mondo, come del resto in realtà è.